Il pesce è un alimento pregiato che sta alla base della dieta Mediterranea e che dovremmo avere sulla nostra tavola più spesso!

In questo l’acquacoltura ci da un grande aiuto visto che il pesce allevato si trova in commercio tutto l’anno, a prezzi accessibili e con garanzie di sicurezza e tracciabilità. Eppure i pregiudizi contro il pesce allevato sono veramente tanti, questo in primis limita lo sviluppo dell’acquacoltura, che potrebbe aiutare l’Italia a ridurre la dipendenza dall’import e non valorizza abbastanza la nostra produzione nazionale, che all’estero è considerata un’eccellenza, per quello che riguarda soprattutto le spigole, le orate, le trote e il caviale.

Cercheremo quindi di fare più chiarezza possibile e sfatare i falsi miti sul pesce allevato.

Di seguito la risposta alle domande più frequenti.

 

Il pesce allevato è sicuro?

Per quanto possa risultare paradossale lo è più di quello pescato, per diversi motivi. Per prima cosa la qualità dell’alimentazione e della acque in cui vive, unite al ciclo di vita non troppo lungo, fanno in modo che il pesce allevato accumoli meno contaminanti chimici rispetto a quello pescato, che molto spesso arriva da mari inquinati.

Per seconda cosa del pesce pescato in mari e oceani conosciamo solo la zona dove viene preso e il metodo di cottura. Non sappiamo però quello che ha mangiato né la qualità delle acque dove è cresciuto, né la quantità dei metalli pesanti che ha accumulato. Il pesce d’acquacoltura, al contrario, è seguito, controllato e “tracciato” durante tutto il suo ciclo di vita e deve sottostare a precisi requisiti di legge.

In particolar modo, il pesce allevato nei paesi dell’Unione Europea deve rispettare ferree leggi sul benessere animale e viene monitorato dall’uovo alla vendita al consumatore. La filiera del pesce di allevamento in Italia è solitamente molto corta e questo da un vantaggio in termini di freschezza: i tempi che intercorrono dal momento della pesca a quello della consegna al supermeracato sono generalmente minori rispetto a quanto avviene nel caso del pesce selvatico o del pesce allevato all’estero.  Dunque il primo elemento su cui bisogna porre molta attenzione  è la provenienza, indicata in etichetta o sui cartelli esposti in pescheria e attenzione anche al prezzo: un’orata con prezzi molto bassi arriva sicuramente da paesi più competitivi ma con produzioni di minor qualità e meno controllate.

 

L’acquacoltura è insostenibile, perché impoverisce i mari?

In realtà non è proprio così anzi l’acquacoltura potrebbe essere una soluzione concreta per rispondere alla crescente domanda di prodotti ittici senza sfruttare ulteriormente mari e oceani. 

Infatti con il 60% degli stock ittici selvatici del mondo già sfruttato al di sopra della massima capacità sostenibile l’acquacoltura svolge e svolgerà un ruolo fondamentale per soddisfare la domanda di pesce della popolazione globale. In seguito all’enorme sfruttamento ittico è impensabile guardare ad un incremento sulla quantità di pescato, anzi occorre indirizzarsi verso una riduzione degli stock ittici selvatici. Questoo è uno dei valori aggiunti dell’acquacoltura, ovviamente purchè sia condotta in modo responsabile, moderno e sostenibile.

Il pesce allevato contiene meno nutrienti di quello pescato?

 

No, ha le caratteristiche nutritive molto simili a quelle del pesce selvaggio e anche più stabili visto che la composizione nutrizionale del pesce pescato varia in funzione di diversi fattori quali, specie, stagione, alimentazione e età. Normalmente i pesci di allevamento tendono ad accumolare più grassi nelle loro carni,e questo è un vatanggio perchè in genere hanno una maggiore presenza di Omea 3, i grassi di cui tanto si parla “amici del cuore”grazie alle loro proprietà cardio e vaso protettive, antitrombotiche, antiritmiche ed antiinfiammatorie. In particolar modo EPA e DHA, due grassi appartenenti alla famiglia degli Omega-3. e di derivazione prettamente ittica, sono molto importanti per gli adulti e per i bambini.

 

Il pesce pescato è più fresco di quello allevato? 

No, anzi in Italia il pesce allevato arriva da filiera corta e viene pescato “on demand” da parte dei commercianti. Quindi arriva sempre fresco nei negozi e in tempi, in genere, inferiori rispetto a quanto avviene per il pesce pescato. Inoltre il pesce d’allevamento non viene mai surgelato prima della commercializzazione. Un’altra grande differenza è che il pesce allevato è sempre di stagione, infatti a differenza del pescato, che non è sempre disponibile perchè sottoposto alla stagionalità, ai limiti di pesca degli stock ittici e anche alle condizioni climatiche, il pesce d’allevamento si trova in vendita, sempre fresco, 12 mesi all’anno.